Nona intervista ad Antonella Ricciardi condotta dall'agenzia giornalistica iraniana IRNA
IRNA: Gentilissima dott.ssa Ricciardi - Il regime sionista celebra oggi il 63° anniversario della sua nascita (Occupazione della Palestina) e la sua popolazione è passato da 670.000 abitanti a quasi 8 milioni. Un regime usurpatore che sin dalla nascita è sempre stato in guerra contro il legittimo popolo della Palestina nell’indifferenza assoluta dei governi occidentali, un regime aggressore privo di confini e di una capitale internazionalmente riconosciuta che continua ad opprimere il popolo Palestinese. Lei cosa ne pensa…? Ricciardi: “Effettivamente, per analizzare nel profondo la questione d'Israele, bisogna che emerga l'illegittimità storica della presenza sionista in Palestina. Un argomento spesso usato per tale frequente censura è dato dalla considerazione che furono gli arabi a rifiutare la spartizione della Palestina, sancita dall'O.N.U. nel 1947 e realizzatasi nel 1948, con la creazione dello Stato d'Israele: tuttavia, tale opposizione arabo-palestinese era del tutto legittima e naturale, dato che i palestinesi erano la grande maggioranza della popolazione, e, se la scelta fosse stata affidata alla popolazione della Palestina storica (comprendente Cisgiordania, Striscia di Gaza e l'attuale Israele) questa, democraticamente, e a maggioranza molto netta, avrebbe sicuramente scelto che la Palestina rimanesse unita, secondo quanto i suoi rappresentati avevano già chiesto. Inoltre, seguendo una filosofia che valorizzi un cammino umano che vada verso un'evoluzione, verso un miglioramento delle potenzialità umane, si deve necessariamente sostenere il principio dell'autodeterminazione dei popoli, compreso quello palestinese, che è stato in molti casi allontanato dalla propria terra per un aberrante piano di discriminazione etnica, premeditata già da prima della fondazione d'Israele...ad esempio, il dirigente ebreo sionista Yosef Weitz, uno dei pianificatori del piano Dalet, colonialista e razzista, esprimeva queste agghiaccianti intenzioni, già nel 1940: "L'unica soluzione è allontanare gli arabi. Non un solo villaggio nè una sola tribù devono restare". Tuttora, le discriminazioni ai danni dei palestinesi non sono affatto cessate... Tuttora i dirigenti sionisti fondano la propria identità nazionale solo sulla religione, non accordando la possibilità di emigrare in Israele a persone di origine ebraica ma di religione diversa da quella israelitica, e permettendo di stabilirvisi a persone convertitesi al. Giudaismo.., mentre, invece, palestinesi nati in Palestina o di recentissima discendenza palestinese, non possono tornarvi... L'oltranzismo israeliano è tuttora molto pericoloso, volendo comprendere sotto il proprio dominio territoriale, oltre all'intera Palestina storica, anche porzioni di Libano, Giordania , Iraq, Siria, ed Egitto: intenzione evidente anche nelle bande della bandiera israeliana, che indicano i confini «relitti» , cioè desiderati, che sarebbero dovuti essere d'Israele: dal Nilo all'Eufrate... Inoltre, Israele non ha una Costituzione, e pratica apertamente, per sua stessa ammissione, torture e terrorismo di Stato. Anche ora, inoltre, le classi dirigenti di Tel Aviv, senza distinzioni di destra e di sinistra, cercano di ottenere il maggior numero di terre possibile col minor numero di arabi possibile: per questo hanno colonizzato e non annesso Cisgiordania e Striscia di Gaza, per questo hanno annesso Gerusalemme Est (città che ha un patrimonio spirituale essenziale per una parte considerevole dell'umanità, e a maggior ragione, quindi, è da salvaguardare nel suo pluralismo...) ed il Golan, nonostante annessioni e colonizzazioni siano illegali. Per questo, appare ancora evidente, sarà il ritorno dei profughi palestinesi (da tanti opinionisti conformisti, non a caso, avversato), a portare ad unico Stato di Palestina, nel quale ogni sua etnia possa vivere in una terra libera e veramente indipendente.” Intervista pubblicata tradotta in farsi, il persiano moderno, sul sito dell’agenzia d’informazione http://irna.ir/NewsShow.aspx?NID=30388525



Antonella Ricciardi , Intervista dell’11 maggio 2011