Tredicesima intervista con Antonella Ricciardi condotta dall'agenzia giornalistica iraniana IRNA
IRNA: “Il presidente Iraniano Mahmud Ahmadinejad al vertice islamico straordinario dedicato alla crisi Siriana a Jedda in Arabia Saudita, parlando degli ultimi sviluppi nella regione, ha messo in guardia dal piano dei nemici di suscitare le controversie personali, etniche e religiose. Ahmadinejad parlando dei piani di nemici ha sottolineato che tale ostilità è a favore dei sionisti e che "purtroppo per negligenza, siamo caduti nella trappola dei nemici senza accorgercene che siamo nella direzione di una guerra vera ed inconcludente che può durare decine di anni". Il pericolo del regime sionista - ha detto Ahmadinejad - e i suoi padroni è molto grande, perciò dovremmo risolvere i problemi unendo le forze in uno spazio di libertà e giustizia organizzando le elezioni libere e giuste e creando un fronte comune davanti ai nemici. Il regime disumano sionista - ha proseguito Ahmadinejad- è un cancro maligno e la sua permanenza nei territori Palestinesi è una minaccia per tutta la regione. I governi arroganti sono l'origine dell’ingiustizia e la dittatura e non possono darci la lezione di libertà e giustizia- ha detto il presidente Iraniano. La libertà e la democrazia non si ottengono dalla canna del fucile della Nato. I governi arroganti hanno fallito nei loro affari interni e hanno imposto danni pesantissimi alla popolazione mondiale e non dobbiamo permettere che in nome della libertà e democrazia realizzino obbiettivi coloniali. La repubblica Islamica dell’Iran – ha proseguito - ha sempre sostenuto la causa Palestinese e la necessità di istituire uno stato sovrano Palestinese, ma oggi il nemico con il piano ingannevole di due popoli e due governi, nella Palestina, cerca di consolidare i sionisti usurpatori e ha un’occasione storica di ricostruire l’egemonia nella regione. I sionisti sono i più brutali elementi della storia, che per i loro illegali interessi, calpestano i valori divini e umani e distruggendo le culture e incendiano i territori e fanno la guerra e saccheggiano le proprietà dei popoli. Urge creare un istituzione arbitrale composto dalle persone fedeli , impegnati ed onesti con i pieni poteri. “ Lei cosa ne pensa ...?” Ricciardi: “Ho la convinzione che le analisi del presidente Ahmadinejad abbiano toccato delle questioni di primaria importanza per la situazione nella regione. Credo che sia, effettivamente, profondamente condivisibile l'idea che i sionisti abbiano tutto l'interesse a dividere il mondo musulmano (non diversamente dall'antico motto latino "divide et impera", cioè "dividi e comanda")...Peraltro, poi, il mondo islamico è già molto diviso di per sè... Un serio problema è, effettivamente, quello dei governi illibertari dell'area, ma anche delle possibili strumentalizzazioni, da parte di occidentali filo-israeliani, di legittime aspirazioni ad una reale libertà di espressione... Tra l'altro, le ingerenze occidentali sono avvenute e rischiano di avvenire solo dove conviene a determinati interessi geopolitici: ad esempio, nel caso dell'intervento in Libia che, presentato sotto forma di nobile intervento umanitario, si è purtroppo subito trasformato in una sciagurata operazione neo-colonialistica... non a caso, in un Paese la cui politica estera era stata tradizionalmente, perlopiù, non filo-imperialista...una terra ricca di petrolio ed in cui Gheddafi aveva preferito aprire a forti investimenti cinesi, cioè di una potenza emergente, invece che a determinate nazioni occidentali, tra cui la Francia, con la quale era in attrito da molti anni, anche per questioni di confine con il Ciad, ex colonia francese in cui è tuttora forte l'influenza di Parigi. In Siria c'è il rischio di un attacco esterno, attualmente bloccato dai veti russo e cinese, ed anche in questo caso si tratta di una nazione con una politica estera non filo-imperialista. Invece, diversi governi occidentali sono parimenti attenti a repressioni in altri paesi arabi: ad esempio, alle pesanti repressioni contro la popolazione sciita del Bahrein, maggioritaria ed oppressa da un regime tirannico, contro i manifestanti dello Yemen, diversi dei quali assassinati durante condivisibili manifestazioni per porre fine al trentennale governo del presidente Saleh... Ad appoggiare le rivolte arabe in Libia e Siria ci sono stati i governi di alcuni Paesi, a loro volta arabi e, nei casi specifici, filo-Washington, tutt'altro che aperti alla democrazia, in qualunque modo venga declinata: il Qatar e l'Arabia Saudita...il primo è addirittura intervenuto militarmente contro la Libia, il secondo (che ha a sua volta recentemente represso alcuni iniziali movimenti per i diritti civili) è il Paese più oscurantista della regione, e tra i più oscurantisti, in assoluto, nel mondo: una monarchia semi-assoluta, appena consultiva, con le donne che dovranno aspettare anni prima di poter votare, e cui tuttora è interdetta la guida dell'automobile, solo per fare alcuni esempi... L'Arabia Saudita, prevalentemente sunnita, tende a contendere il ruolo di guida per l'Islam all'Iran, largamente sciita: interesse saudita, per questioni legate ad una politica di potenza, è spezzare l'asse della zona a maggiore influenza sciita della zona che, partendo) dal Libano (dove molti sono gli sciiti, legati soprattutto al partito-milizia degli Hezbollah), passa per la Siria degli Assad (laica e socialisteggiante, con una classe dirigente, però, prevalentemente alawita, comunità di antiche origini, collegata allo sciitismo e molto convergente con gli sciiti duodecimani prevalenti in Iran), all'Iraq, Paese arabo prevalentemente sciita, allo stesso Iran. Questa strategia di alcuni Paesi arabi, così, obiettivamente non favorisce una maggiore unitarietà d'intenti a favore dell'Islam, ed ha una obiettiva convergenza con gli interesse di Israele, che continua le sue politiche discriminatorie ai danni dei palestinesi: tra le altre cose, non abbandonando la sua politica colonialistica e continuando ad impedire il ritorno dei rifugiati palestinesi nelle loro terre, con il quale, invece, potrebbe attuarsi una democrazia vera, in un unico Stato (sul modello del Sudafrica del dopo apartheid) in cui potrebbero coabitare, senza discriminazioni, musulmani, ebrei e cristiani...Si tratterebbe di una situazione opposta a quella portata avanti dagli ideologi sionisti fin dalle origini, perfino da prima della fondazione dello Stato d'Israele... infatti, già nel 1905, l'ebreo Yitzhak Epstein ammetteva che la leadership sionista: "trascura un fatto piuttosto "marginale", che nella nostra amata terra vive un intero popolo che ha dimorato lì per molti secoli e che non ha mai preso in considerazione l'idea di andarsene". Si tratta di un passo dell'opera "A hidden question": si tratta di una considerazione assolutamente seria, dove l'unico passaggio ironico, naturalmente, sta nel definire marginale la presenza dei palestinesi in Palestina...”



Antonella Ricciardi , Intervista ultimata il 23 agosto 2012