Quattordicesima intervista con Antonella Ricciardi condotta dall'agenzia giornalistica iraniana IRNA
IRNA: “Nel corso della cerimonia di apertura del summit dei capi di stato e di governo dei Paesi Non allineati a Teheran,  il ministro degli esteri iraniano Ali-Akbar Salehi, ha detto: “L'intervento di paesi stranieri nelle questioni regionali e' inaccettabile'.

Salehi facendo riferimento alla questione palestinese, ha detto che resta il problema ''più importante nella regione'', un problema che dovrà essere affrontato nel corso del vertice del Nam con serietà e rigore in considerazione ''delle misure criminali messe in atto dal regime israeliano, che rappresentano la più' grande minaccia nell'area''.

 L'Iran insiste sulla necessità' di un ritorno dei palestinesi nelle loro terre ''occupate'' e sulla necessita' che si organizzino in modo tale da essere in grado di decidere democraticamente del loro destino.

Il ministro degli esteri iraniano ha fatto appello poi ad un ruolo attivo dei Paesi non allineati a favore dell'annientamento delle armi di distruzione di massa.

e ha rimarcato la necessità' di costringere Israele a rispettare l'accordo di non proliferazione.

Accennando poi al programma nucleare iraniano, Salehi ha  ricordato che le sanzioni unilaterali ai Paesi sono in contraddizione con la carta delle Nazioni Unite e che il Nam si oppone a questo metodo. La Repubblica islamica e' sotto una crescente pressione delle sanzioni occidentali, ha aggiunto sottolineando la necessità di riforme strutturali per l'Onu. Una struttura ''più' democratica'' delle Nazioni Unite, ha osservato Salehi ''può essere considerato un primo passo importante verso il rinnovamento dell' organizzazione ''.

 

 Lei cosa ne pensa..?”

 

 

Ricciardi: “Sono dell'idea che, effettivamente, l'intervento di Paesi stranieri (che solitamente sono quelli di matrice imperialistica occidentale) sia qualcosa di non disinteressato e certamente non legato a reali motivazioni umanitarie e di pace. In questo senso, certamente l'idea di un'ingerenza imperialistica occidentale è negativa, soprattutto per la triste circostanza ricorrente del sistema dei "due pesi e delle due misure", ad esempio, nel considerare il nucleare iraniano (per uso civile, e di un governo che ha firmato il trattato di non proliferazione nucleare), e quello israeliano, che consiste in circa 200 testate atomiche nel deserto del Negev, non dichiarate ufficialmente ma certamente esistenti in base a rapporti di tecnici e scienziati qualificati... Purtroppo, il governo di Tel Aviv, peraltro, non si è adeguato alla legalità internazionale, non avendo firmato il trattato di non proliferazione nucleare... Inoltre, c'è da dire che il Medio Oriente non è una landa desolata "da civilizzare", per cui, a maggior ragione, non devono essere le potenze imperialiste statunitense ed europee a dettare legge lì. Per fare solo un esempio tra i diversi possibili, pur essendo per altri aspetti un luogo con delle civiltà pregevoli e multiformi, per altri aspetti è però proprio la terra da cui hanno tratto origine le immani carneficine della Prima e della seconda Guerra Mondiale, quindi non è che sia sempre stata un faro di civiltà. Spero che il vertice dei Paesi Non allineati sia un' ottima occasione di coordinamento ed unità d'azione per Paesi che vogliano essere smarcati da ogni tipo di imperialismo. La Palestina, poi, rimane un caso emblematico e centrale di ricerca della giustizia, a livello locale ed internazionale: deve tornare alle popolazioni che l'hanno amata e che, per una terra senza discriminazione razziste e di natura religiosa, si sono sacrificate... A questo proposito, c'è da non dimenticare che una delle radici del problema sta proprio nella divisione della Palestina, decisa sotto l'egida dell'ONU ma senza un reale rispetto della sua democrazia interna (solo poche potenze potevano decidere per un popolo terzo, quello della Palestina...anche oggi la situazione ha molti aspetti negativi, con troppi pochi Paesi membri del Consiglio di Sicurezza dell'ONU e con diritto di veto). Del resto, già prima della fondazione dello Stato ebraico, i palestinesi erano convinti che fosse in atto un complotto per sottrarre loro la terra; a questo proposito, sono molto numerosi gli esempi che si potrebbero esporre... Uno che può valere per molti altri è ciò che scrissero, in un telegramma indirizzato all'Esecutivo arabo ed all'Alto Commissariato inglese, dei rappresentati del Consiglio locale di Samakh, villaggio palestinese in cui non mancava consapevolezza politica, sul Lago di Tiberiade, a proposito del progetto di spartizione della Palestina, che sottraeva già alla maggioranza palestinese la maggior parte delle terre. La decisione fu del 29 novembre 1947, il documento di Samakh è del 1° dicembre dello stesso anno, ed afferma con molta chiarezza: "Samakh condanna severamente la decisione delle nazioni Unite, ottenuta con i dollari. Noi vi sosteniamo nella vostra decisione. Possa Dio coronare le vostre azioni con successo".”



Antonella Ricciardi , Intervista ultimata il 28 agosto 2012