Quinta intervista con Paolo Del Prete

Il dialogo che segue a breve è un ulteriore, importante testimonianza della ricerca artistico-musicale e filosofico-spirituale di Paolo Del Prete, musicista polistrumentista, compositore e cantautore. L'artista, laureato al Dams, all'indirizzo di Musicologia,  è anche scrittore, ed  attualmente, sta  riscontrando grande successo già con la pubblicazione di alcune anteprime del suo nuovo lavoro, "The Mantra Album". La nuova raccolta di brani si ispira ad intensi studi ed esperienze personali ricche di senso vissute da Paolo Del Prete, che ha continuato ulteriormente la propria evoluzione, facendo riferimento ad alcune delle migliori esperienze mistiche fiorite nel corso della storia umana. La nuova intervista analizza quindi ancora di più i motivi ispiratori dell'opera di Paolo Del Prete, anche in occasione, appunto, della grande attenzione ricevuta dalle anticipazioni già diffuse, e della prossima pubblicazione integrale di "The Mantra Album".

 

Ricciardi: “Il tuo nuovo album, «The Mantra Album», è ancora in lavorazione, pur avendo ottenuto già numerose prenotazioni, a causa, del successo

riscontrato per la pubblicazione di alcune anticipazioni del suo

contenuto, che verte, appunto, sui mantra: si tratta, cioè, di formule di

preghiera mistica, per svuotare la mente da contenuti negativi, ed aprirle

ad altro, di più elevato: puoi spiegare di più in cosa consistano e quali

contenuti trasmettano tali mantra nel tuo album? In questo tuo lavoro,

infatti, la fusione tra elementi artistico-musicali e filosofico-spirituali è particolarmente intensificata...”

 

 

 

Del Prete: “Innanzitutto ci tengo a complimentarmi con te per l’enorme riscontro

ottenuto dalla nostra precedente intervista, di entità ancora maggiore se

prendiamo in considerazione il contenuto dell’intervista stessa,

sicuramente molto particolare. Merito delle tue domande, veri e propri

“assist”, per usare un termine calcistico. Per ciò che riguarda l’album, in effetti il grande interesse destato ad uscita ufficiale non ancora avvenuta è stato semplicemente sorprendente. Nel frattempo abbiamo continuato il nostro percorso creativo aggiungendo nuovi mantra a quelli già realizzati. In particolare da tempo avevo in mente di aggiungere e suoni ed immagini al Sutra del Loto “Nam MyohoRenge Kyo” . Ho pensato quindi di rivolgermi a Simona Balducci, mia carissima amica,nota ed abile P.R. della Roma by Night, cantante e responsabile del settore scenografie a Cinecittà che da anni pratica il Buddismo del Sutra del Loto. Nonostante fosse impegnatissima con il remake di Ben Hur ha

interpretato tutte le parti vocali con il suo stile inconfondibile,

Roberto Albini ed io abbiamo pensato al resto. Era da tanto tempo che con

Simona avevamo in progetto varie collaborazioni, sono felicissimo che sia

stata proprio questa la situazione giusta! Allo staff si è poi aggiunto

anche Sandro Tommasi, noto storico DJ della Capitale e professionista

impeccabile che si è dedicato anche lui al concepimento di una sua

versione “doc”del brano. Contemporaneamente, e sempre molto spontaneamente, sono nati dei progetti paralleli con Roberto Albini e BlueIce Dj (DJ Producer di origine belga da tempo affermatissimo a livello internazionale il primo, talentuoso DJ Producer  tra i migliori in assoluto tra i professionisti più giovani  il secondo, entrambi colonne fondamentali del progetto), che seguiranno

percorsi molto diversi, spesso… “opposti” per ciò che riguarda suoni ed

ambito musicale, ma avranno sempre alla base lo stesso Spirito e la stessa

attitudine: espressione artistica pura, senza restrizioni né

condizionamenti di nessun tipo, al di là di obiettivi commerciali e/o

materiali, solo puro feeling, solo anima, solo suono che fluisce da dentro

a fuori, filtrato esclusivamente dalle diverse e rispettive personalità

artistiche. Sono poi nate ulteriori collaborazioni con nuove vocals e

DJane, ma di questo parleremo più approfonditamente ad uscita avvenuta.

Diverse le persone, identica la Fonte, diverse le “forme”, identico lo

Spirito. E’ anche questo uno degli obiettivi della pratica dei mantra,

raggiungere uno stato di libertà interiore, purificata da pensieri e

condizionamenti propri del mondo materiale, pura spontaneità espressiva in

perfetta armonia con le leggi universali. Anche se non tutti gli amici

citati praticano in questo senso, abbiamo comunque raggiunto tale

condizione nello svolgimento del progetto. Ed in ogni caso è questo che

resta, ben oltre la caducità della condizione terrena.”

 

 

 

 

 

Ricciardi: “Particolarmente curato, in questa tua raccolta musicale,  è l'aspetto cromatico e riguardante la "psicologia del colore", in grado di

influenzare ed ispirare stati d'animo: tutto ciò è anche in buona parte

ispirato alla tua esperienza sovrasensibile, nel senso che sei convinto di

esserti affacciato temporaneamente sull'Aldilà, in conseguenza di una

situazione di coma: fino a che punto pensi di essere riuscito a

riprodurre, in "The Mantra Album", la sfumature di colori molto più vivi

che percepisti in tale stato modificato ed "allargato" di coscienza? Il

tuo interesse per i contesti luminosi psichedelici, infatti, ha origine

soprattutto da tale esperienza "di confine"...”

 

 

 

 

Del Prete: “Logicamente, per quanto ci si possa impegnare in questo senso e nonostante gli attuali avanzati mezzi tecnologici, i risultati saranno sempre di gran lunga distanti da una anche sbiadita rappresentazione della fonte. Ma
credo che ciò sia più che sufficiente nel contribuire allo sviluppo di un
tipo di percezione molto vicina a quella essenziale, originaria. E questo
perché certi “colori” li abbiamo tutti, dentro. Anche se spesso sono
velati da un’ impercettibile coltre grigia, sono dentro di noi, nel
profondo della nostra Anima. Le grafiche di Serena Lanzoni e dello staff
Seregrafando rendono perfettamente questa idea, richiamandone il lato
ancestrale a livello sensibile, penetrandone pienamente il concetto,
sublimandolo e spesso addirittura trascendendolo.”

 

 

 

 

Ricciardi: ”Conosci approfonditamente il Bushido, ed, in generale, le arti marziali e lo Yoga: tutte discipline orientali, pur di diversa origine, volte al

controllo ed all'armonia psico-fisica: hanno influenzato anche questo tuo

lavoro? Se sì, in sintesi, puoi esprirmerlo con alcuni esempi?”

 

Del Prete: “La naturalezza, la lealtà e l’onestà nei rapporti sociali, l’armonia

esteriore ma soprattutto interiore, la limpida e pura spontaneità nell’

azione, lo spirito creativo ed unificante condiviso con i “compagni di

viaggio” del momento, l’atto realizzato senza secondi fini o interessi

personali, una visuale più ampia ed una prospettiva priva di limiti

spazio-temporali scaturiscono automaticamente dalla pratica assidua di

tali discipline. Anche il solo avvicinarsi a questo “stato” si riflette

automaticamente in ogni cosa. La genesi e lo sviluppo del progetto ne sono

un esempio palese, ma potrei citarne innumerevoli….. sai, come insegna lo

zen (ma non solo) una volta pulito lo specchio si può riuscire a vedere

con chiarezza ogni cosa, così come la superficie calma del lago riflette

la luna in tutto il suo splendore. Anche durante una violenta tempesta

scossa da enormi flutti ed onde altissime, se si scende in profondità,

verso il cuore dell’ Oceano, si trova una grande, potente, serena, immensa

calma. Raggiungere la pienezza di questa condizione non è facile, richiede

molto impegno. Eppure è proprio questa la condizione originaria,

“normale”, di ognuno di noi. Vari tipi di condizionamenti, più o meno

“organizzati”, ci hanno allontanato da questo stato. Ma anche il solo

avvicinarsi di un passo a tale condizione contribuisce ad illuminare il

cammino… e tutto ciò che c’è intorno.”

 

 

 

 

 

Ricciardi: “La tua musica trova ispirazione intensa anche in libri che sono

classici della tradizione mistica cristiana cattolica, ma guardi con

attenzione pure a quanto di valido ed importante possa provenire pure da

altre opere mistiche, originarie di altre tradizioni religiose: puoi

accennare ad alcuni esempi di concetti espressi da tali maestri spirituali

che ti abbiano particolarmente ispirato per la composizione dei tuoi

brani?”

 

 

 

Del Prete: “Al di là dei titoli molto…. “espliciti” di molte delle mie canzoni (“Blind Faith”, “I Believe”, “Dissolved in the Divine Flow”, “Tao” , “The One”,

“Pantarei”, “My Soul”) tali concetti influiscono sui miei sounds quanto

sulla mia vita in generale. Identità nella diversità, unicità nella

molteplicità, armonia con le leggi universali e purezza di intenti sono

alla base degli insegnamenti di questi grandi Maestri, e nello stesso

tempo ne sono conseguenza attiva ed automatica. Le parole dei mistici

cristiani (S.Teresa d’Avila, S.Alberto Magno, S.Giovanni della Croce,

Meister Eckart, Taulero, Suso, i Padri del deserto) sono tuttora parole

“Vive”, quanto lo sono quelle che sgorgano dalle pagine del Tao Te Ching,

della Bagahvad Gita, del Dhammaphada,  dal Bushido e dall’ Hagakure, fino

a quelle dei Maestri più moderni (Osho, Yogananda, il Dalai Lama). Parole

che resistono al tempo, che superano limiti di spazio e discriminazione,

in un messaggio identico: nonostante le apparenze tutto scorre in armonia,

dietro il velo della materia esiste un unico Spirito Eterno ed Immortale.

La sintonia con questo Spirito ci riporta alla nostra condizione

originaria, il cui raggiungimento e’, secondo praticamente tutte le Vie

Spirituali, lo scopo ultimo di ogni essere umano.  Diversi i “metodi”,

identica l’essenza. La Verità di questi concetti si evidenzia nelle

manifestazioni conseguenti alla loro applicazione, quindi l’unico modo per

verificarne la validità è la pratica, che può essere attivata in ogni

settore della vita. Ribadendo ancora una volta che quando affronto tali

tematiche mi riferisco esclusivamente a mie esperienze personali e molto,

molto soggettive e che quindi non faccio riferimento a nessun percorso

specifico, ho rilevato che una volta che ci si dirige in questa direzione

tutto poi diventa più facile: tutto sorge spontaneo, tutto arriva da sé,

tutto(ma proprio TUTTO, anche ciò che non si sapeva che ci spettasse, né

che si pensava di desiderare),  tutto ciò che ci può essere di meglio si

presenta spontaneamente, come se fosse già pronto da tempo in attesa,

nella NOSTRA attesa. E “farsi trovare” non è solo il “minimo” che si possa

fare, ma è anche un’ immensa, indescrivibile gioia… tutto il resto è

Eternità!”

(Questo servizio è stato pubblicato nella versione telematica del giornale Dea Notizie e sui giornali on line Corriere di Aversa e Giugliano, Caserta24ore) Introduzione e quesiti di



Antonella Ricciardi , Intervista ultimata il 20 maggio 2015