Terza intervista a Dagoberto Bellucci

Bellucci e il cane Zar

Il documento che segue in basso è un dialogo a tutto tondo con lo studioso Dagoberto Bellucci: scrittore, collaboratore di testate giornalistiche ed attivista politico particolarmente impegnato nelle cause legate alla libertà dei popoli. Gli argomenti di questo approfondimento spaziano, a tutto campo, dalla crisi per portare aiuti umanitari alla Striscia di Gaza (da anni isolata da Israele, dopo la vittoria democratica di Hamas del 2006, e dopo aver resistito ai tentativi di rovesciamento di questo partito, nel 2007) alla libertà di espressione, dalla politica italiana alla spiritualità; il tutto, con particolare attenzione alla via che porta alla definizione della propria identità e di una realizzazione migliore del proprio sè, per essere, in maniera più integrale, persone più complete...

 

 

1)      Da molti anni spendi le tue migliori energie nel sostegno al movimento di

liberazione nazionale del popolo palestinese...e proprio nell'aiutare le

popolazioni palestinesi erano impegnati i pacifisti della Freedom Flotilla,

vittime del massacro perpetrato dai militari israeliani lo scorso 31 maggio:

in

quanto persona che collabora coi mezzi d'informazione di più alta cultura

sul

tema, puoi spiegare il tuo punto di vista sull'episodio delle navi  con gli

attivisti per la pace? Faccio presente, per i lettori, che con Angela Lano,

giornalista dell'agenzia Infopal ed attivista della Freedom Flotilla, avevi

tenuto una conferenza nel settembre 2009...

 

“L’aggressione piratesca, perchè di questo realmente si è trattato ossia

di un autentico atto di pirateria internazionale compiuto nel modo più vile

e

criminale da reparti d’elite delle forze armate sioniste (la Brigata

Golani),

contro la nave della Freedom Flotilla è innanzitutto una ulteriore

dimostrazione di arroganza e l’ennesimo episodio terroristico di quell’

emporio

criminale ebraico occupante la Terra Santa di Palestina autoproclamatosi

“stato

d’Israele”. Lo “stato d’Israele” non esiste intendiamoci: esiste una

pluridecennale terroristica occupazione della Palestina da parte di bande

mercenarie di “assoldati” con kippah provenienti dai quattro angoli del

pianeta

a perpetuare quell’utopia di stampo coloniale denominata “Sionismo”; un’

ideologia che unisce fondamentalismo religioso talmudico-rabbinico,

sciovinismo

nazionalista di stampo tardo-ottocentesco ed una malsana interpretazione

escatologico-apocalittica delle Sacre Scritture con particolare riferimento

al

Vecchio Testamento ed alla Torah che formano la base strutturale dell’idea

sionista. L’attacco banditesco contro la Freedom Flotilla è solo l’ultimo

episodio di uno stillicidio di aggressioni, crimini e stragi perpetrate da

questi moderni predoni dalla stella di Davide e non deve sorprendere nessuno

ma, casomai, allarmare perchè è anche la dimostrazione da parte dell’

esecutivo sionista di accelerare i tempi per una aggressione contro la

Repubblica Islamica dell’Iran che rimane, in prospettiva, il vero obiettivo

della strategia di destabilizzazione sionistico-statunitense dell’area

geopolitica e strategica del Vicino Oriente. Il regime d’occupazione

sionista

con questo nuovo atto barbaro e criminale getta definitivamente la maschera

e

affoga nel sangue dei pacifisti innocenti le residue speranze per un

rilancio

di quel cosiddetto “processo di pace” regionale che, come ha ribadito

chiaramente anche il presidente siriano Bashar el Assad, diviene mera utopia

e

resta lettera morta di fronte a questa intransigenza della controparte

israeliana.

L’assassinio e l’aggressione in acque internazionali degli attivisti della

Freedom Flotilla – pacifisti che stavano semplicemente portando aiuti

umanitari

alla popolazione di Gaza stretta da anni in una sorta di assedio non

dichiarato

ma attuato, complice il silenzio dell’ONU, dell’Europa e la tacita

approvazione

americana, da “Israele”  in modo da ridurre alla fame e abbandonare in una

sorta di oblio l’intera Striscia di Gaza rea di essersi compattamente

schierata

al fianco di Hamas ed averne sostenuto l’ascesa elettorale, politica e

militare

– rappresenta inoltre un precedente inquietante di autentica pirateria di

uno

“stato” che oltretutto pretende di autoproclamarsi e presentarsi all’

opinione

pubblica mondiale come “la sola democrazia del Medio Oriente”. “Israele” si

pone in realtà nuovamente al di fuori di qualunque regola e dimostra

chiaramente di infischiarsene altamente del “diritto internazionale” così

come

del resto ha sempre ritenuto nulle le decine di risoluzioni di condanna

emesse

dalle stesse Nazioni Unite le quali, in ultima analisi, non sono altro che

carta-straccia quando di mezzo ci sono gli interessi di lorsignori

kippizzati.

Questa arroganza assoluta è fondamentalmente la riprova di almeno due cose:

a) l’impunità di cui gode il regime d’occupazione sionista in tutte le sedi

internazionali (come hanno dimostrato i veti posti da Stati Uniti ed altri

Paesi, fra questi l’Italia prona e supina alle volontà-diktat della “lobby”

pesantemente rappresentata in seno all’esecutivo Berlusconi dall’ultra-

sionista

Fiamma Nirenstein sul cui ruolo interno alla Farnesina andremo ad

approfondire

ulteriormente l’argomento); b) la volontà dell’esecutivo sionista di

spingere

l’acceleratore aumentando la tensione in tutta la regione. Si tratta di una

strategia finalizzata ovviamente ad imporre agli Stati Uniti una più dura

posizione ed una maggior pressione contro l’Iran in vista di quell’

aggressione

contro Teheran che a nostro avviso resta il vero ‘target’ di tutta la

strategia

d’accerchiamento, destabilizzazione e occupazione militare delle

amministrazioni a stelle e strisce. Ieri Bush ed i deliri neoconservatori

(con

tutto il contorno di tesi fondamentaliste d’ispirazione messianico-

apocalittica

propria dei settori più radicali della galassia “white-anglo-saxon-

protestant”

alleata oggettiva del Sionismo internazionale che, per fare un esempio, in

Gran

Bretagna si raccoglie attorno ai cosiddetti British Israelites ) attualmente

Obama e gli apparentemente più “moderati” democratici della cosiddetta

sinistra “liberal” americana (i quali non rappresentano nient’altro che la

fazione “sinistra” del Mondialismo quella più internazionalista che

ideologicamente fa derivare il proprio pensiero politico dal socialismo

della

Fabyan Society): l’America non cambia assolutamente la propria politica

estera

nei confronti della Repubblica Islamica dell’Iran e, più vastamente,

rispetto

ad ogni Stato che non intenda piegarsi di fronte ai diktat della Finanza

plutocratica mondiale, ai suoi strumenti di pressione usurocratica (Banca

Mondiale, Fondo Monetario Internazionale, WTO ecc.) e alle volontà di

omologazione e livellamento unidimensionale pianificate dagli apprendisti

stregoni del “New World Order”...

Di nuovo, praticamente, non c’è assolutamente niente sulla scena mondiale se

non una ulteriore accelerazione verso nuovi futuri scenari bellici per le

regioni e le popolazioni martoriate del Vicino Oriente. E’ a mio avviso

importante che vi siano voci libere e fuori dal coro belante ed osannnante

“Israele” come dimostrato dall’episodio della Freedom Flotilla: l’amica

Angela

Lano direttrice di InfoPal e molti altri fra coloro che hanno preso parte a

quella iniziativa sono da anni che si battono in prima persona per porre all’

attenzione pubblica italiana la questione delle condizioni di apartheid al

quale sono soggetti - praticamente da sempre e particolarmente quelli della

Striscia di Gaza dall’estate 2007 in cui Hamas prese il potere manu militari -

i

palestinesi. In Occidente, in Europa e in Italia particolarmente abbiamo

bisogno del lavoro di ogni singolo attivista e di qualunque militante per

tenere viva la voce della Palestina oppressa. Il lavoro di tutti e tutti

sono

necessari per evitare che il dramma palestinese finisca, come vorrebbe la

“lobby” filo-sionista che influenza e controlla l’informazione di massa, nel

dimenticatoio.”

 

2) Sia prima che dopo la tua conversione all'Islam sciita sei rimasto un

attivista della galassia di destra alternativa ed antiimperialista: puoi

illustrare cosa è però cambiato di più importante nella tua visione del

mondo,

riguardo la vita? E a proposito del tema della morte, che in Occidente forse

più che altrove rimane un argomento che suscita angoscia e rimozione, la tua

visuale si è, almeno in parte, trasformata?

 

“Personalmente ritengo che per chiunque faccia politica o intenda occuparsi

di questioni politiche sia necessario interagire con qualunque soggetto

possa

rivelarsi un interlocutore valido: non è una questione ideologica benchè l’

ideologia incida rispetto all’interazione verso il ‘prossimo’. Il rapporto

con

gli ambienti dell’estrema destra italiana per quanto concerne il

sottoscritto

è andato migliorando a partire da alcuni anni a questa parte da un lato

perchè abbiamo visto cosa c’era (e soprattutto cosa non c’era) altrove nelle

iniziative che si riproponevano il superamento di steccati (andando “oltre

la

destra e la sinistra” per utilizzare uno slogan del quale si è fatto forse

un

uso spesso distorto nel corso degli ultimi cinquant’anni e verso il quale

intendevano tendere i più disparati – e a volte pure ‘disperati’ – soggetti

e

movimenti politico-ideologici non conformi) ideologici e politici che in

realtà mascheravano nient’altro che il vano tentativo di abbandono di un’

area

per ottenere, magari raccattando l’elemosina altrui, riconoscimenti o

legittimazione verso l’altrui sponda.

Di questi “caronti” della politica ne abbiamo visti parecchi e, in

particolare, continuiamo a vederne: sono sterilissimi e vani tentativi

destinati inevitabilmente al fallimento. La storia politica italiana lo

dimostra ampiamente: non esiste possibilità alcuna per un movimento

autenticamente rivoluzionario e antagonista al sistema - socialista e

nazionale

antisionista ed antimondialista come da noi concepito - di rompere il

circolo

vizioso di una politica che da vent’anni a questa parte (... e

particolarmente

grazie all’operato dell’attuale premier Silvio Berlusconi ed alla sua

riproposizione di un anticomunismo viscerale che ha diviso abbondantemente

la

scena politica nazionale in fautori od oppositori del progetto pidduista-

berlusconiano di “riforma forte” così come concepita dal centro-destra ... )

è andata invece trasformandosi via via in una sempre più smaccata fotocopia

del modello parlamentaristico-istituzionale d’impronta anglo-sassone con i

due

poli (centro-destra e centro-sinistra, liberaldemocratici e

socialdemocratici,

conservatori-repubblicani e liberal-progressisti) dominanti che hanno

finito

per fagocitare progressivamente tutte le “estreme”. In Italia dunque occorre

prendere atto dell’impossibilità di fuoriuscire dal “giochino” piuttosto

stucchevole del pro-berlusconismo e dell’anti-berlusconismo (quest’ultimo

sostituto del vetero-antifascismo militante di sessantottina o resistenzial

memoria).

  Cosa sia mutato invece sul piano personale rispetto al passato credo sia

presto detto: siamo osservatori più o meno disinteressati dell’involuzione

generale di un intero ambiente politico e culturale ridotto oramai da anni a

percentuali elettoralistiche da prefissi telefonici e con un peso ed una

influenza nella società italiana quasi irrilevanti. Quello dell’estrema

destra

è un panorama deludente di infiniti “eterni fuorigioco” per utilizzare la

splendida espressione di Maurizio Lattanzio...più o meno allo stesso livello

in cui sta progressivamente terminando anche l’esperienza della militanza

politica all’estrema sinistra. I motivi che hanno portato a questi disastri

sono noti: de-ideologizzazione della politica, riflusso nel privato e

sostanzialmente mancanza di veri progetti alternativi alla visione edonistica

e

alla spettacolarizzazione assunta da sedici anni a questa parte dalla

politica

italiana. Berlusconi, con le sue televisioni e il suo modello di partito-

azienda, hanno monopolizzato il dibattito politico nazionale: è questo il

modello dominante al quale aspirano alleati, amici ed avversari del

Cavaliere....ed i risultati di questa deriva della politica sono davanti a

chiunque sappia vedere al di là delle sigle, dei nomi e dei programmi di

movimenti o partiti sostanzialmente presenti oggi solo per contrastare o

sostenere il modello berlusconiano.  

Vita e morte sono concetti troppo alti per essere affrontati e dibattuti in

una intervista: si tratta delle risposte essenziali dell’individuo in quanto

essere raziocinante (chi sono? dove vado? da dove vengo?) e sono basilari

presso tutte le scuole di filosofia concepite nella storia dall’umanità

sotto

ogni latitudine e longitudine. Non credo di dire niente di nuovo se cito un

passo del “Ritratto di Dorian Gray” di Oscar Wilde laddove si sostiene che

“lo

scopo della vita è lo sviluppo del proprio io. Il completo sviluppo di se

stessi: ecco la ragione d’essere di ognuno di noi”. Mi sembra che in questa

prospettiva sia possibile cogliere il vero nesso di quell’avventura

straordinaria che, per ogni singolo individuo, risponde al nome di vita ,

della

quale la morte non è nient’altro che un passaggio. Questo almeno per chi

crede

nell’Aldila’ ed in una visione post-mortem quale quella descritta dalle

diverse

forme spirituali in ordine con la Tradizione Informale. Fondamentalmente

credo

che l’esistenza terrena di un singolo individuo dovrebbe essere sempre il

riflesso della sua attitudine, delle sue qualità innate e di quelle virtù

che

si potranno acquisire nella fase della crescita e dello sviluppo: l’

evoluzione

di una persona la si misura nel tempo dai suoi atti, dalle sue reazioni, dal

suo modo di porsi così come da quelle che sono le sue qualità (positive

quanto negative) rispetto ad un dato evento o ad una determinata

imprevedibile

eventualità.

L’Imam Alì (la pace su di Lui) , primo Imam della Scuola Shi’ita

duodecimana,

nel suo volume di scritti “Najhul Balagha” sostiene che il carattere, il

temperamento e la vera natura di un individuo si palesano maggiormente

quando

questi vive momenti di estrema povertà o di estrema ricchezza. Credo sia

assolutamente indiscutibile quest’assioma: è nei momenti di estremo

sconforto

materiale oppure in quelli opposti di estremo benessere che si manifesta

molto

chiaramente il vero  volto di un soggetto, la sua natura, la realtà del suo

animo umano.

Personalmente abbiamo imparato, da tempo, a conoscerci: non pretendiamo l’

impossibile ma tendiamo sempre a ricercarlo in noi stessi e negli altri.

Alcuni

superano le ‘prove’ altri , inevitabilmente, no....Già questa diviene una

‘selezione’ piuttosto naturale dei nostri interlocutori. Sulla morte

possiamo

convenire con Epicuro il quale sosteneva che “muore mille volte chi ha paura

della morte” aforisma che – più o meno – fa il ‘paio’ con quello di

fascistica

memoria che recitava “vivi come se dovessi morire subito pensa come se non

dovessi morire mai” perchè la vita è anche, soprattutto, una sfida con se

stessi e con il mondo. Infine, e per concludere un discorso che altrimenti

ci

porterebbe troppo lontano, la pensiamo esattamente come Napoleone: “La morte

può essere l’espiazione delle colpe ma non può mai ripararle” e se è vero

che “chi è senza colpa scagli la prima pietra” è altrettanto vero che non

può esistere una pacificazione (di se stessi e più in generale in una

comunità o tra comunità, popoli, etnie o razza diverse) che non passi dal

ripristino della giustizia....La morte deve rendere, a nostro modo di

vedere,

giustizia della vita di ogni singolo individuo....In ogni caso ...staremo a

vedere quando sarà il nostro ‘turno’....”.

 

 

3) Oltre alla spiritualità musulmana, ci sono stati particolari rapporti

umani

che hanno influenzato ed arricchito in maniera fruttuosa la tua concezione

del

mondo? Mi riferisco a rapporti, di amicizia e/o sentimentali, che possano

avere

orientato, almeno in parte, la tua prospettiva di vita..Se sì, puoi farci

qualche esempio?

 

“E’ essenziale chiarire subito che qualunque rapporto si ritenga essere

stato determinante (in positivo come in negativo) la formazione della

propria

identità quest’oggetto di “studio” meriterà sempre un maggior

approfondimento

e subirà di volta in volta una differente valutazione o per essere più

chiari

sarà con il tempo che potranno modificarsi le impressioni avute, le

sfumature

di certi ricordi e anche l’opinione che si ha avuto su di una determinata

persona, nei confronti di qualcuno che ha intersecato il suo cammino con il

nostro o semplicemente rispetto ad un dato episodio. L’Islam, la conversione

(da convergere= andare verso) alla fede islamica, oramai abbracciato 16 anni

fa

ha senz’altro aiutato a stemperare o smussare alcune ‘spigolature’ di un

carattere tipicamente livornese e toscaneggiante quindi, per forza di cose,

critico e polemico e necessariamente ansioso di scoperte sempre nuove e,

almeno

nel passato più o meno recente, di una ricerca verso un possibile

miglioramento: dovrebbero essere in fondo queste le caratteristiche precipue

di

ogni individuo (volontà di scoprire, ricercare e raggiungere nuovi

obiettivi).

Detto ciò abbiamo alcuni ‘debiti’ politici che non possono essere

sottostimati: dalle esperienze giovanili all’interno del Msi passando per

gli

ambienti extraparlamentari dell’estrema destra dobbiamo rilevare l’assoluta

e

superiore fenomenologia contemporanea dell’autentico soldato-politico

rappresentata dall’”apparizione” sulla scena politica italiana (almeno in

quella “estrema”) del camerata Maurizio Lattanzio, autarca nichilista e

teorico

di una prassi di disintegrazione anti-sistemica capace di dare seguito alla

‘traccia’ scrittoria redatta da Franco Giorgio Freda quarant’anni or sono

nella

sua memorabile opera “La Disintegrazione del Sistema”. In una continuità

ideale potremmo dire che dall’evoliano “Cavalcare la tigre” – passando

appunto

per il testo ‘aristocratico-comunistico’ di Freda – allo “Stato e Sistema”

di

Lattanzio esiste un fil-rouge che ha caratterizzato oltre mezzo secolo di

cultura antagonista e rivoluzionaria alla quale indiscutibilmente restiamo

saldamente ancorati. Altri incontri ed altre personalità hanno poi formato

ulteriormente questa nostra identità: da quelli autorevoli avuti in

occasione

dei nostri incontri iraniani (con alcune delle più importanti autorità

religiose sciite locali) fino all’impatto assolutamente straordinario avuto

con

la realtà militante e rivoluzionaria libanese e particolarmente con Hizb’

Allah, la sua organizzazione generale sul territorio, la sua influenza nel

contesto del paese dei cedri e più vastamente del Vicino Oriente e – ovvio –

con alcune delle sue figure maggiormente rilevanti. A questa serie di

incontri,

nel corso degli anni, si sono sommate nuove interazioni ontologico-

esistenziali

con uomini e donne dalle idee e dalle storie più disparate. Se da un lato

abbiamo il piacere e assieme l’onore di poter vantare amicizie influenti

anche

nella vicina Repubblica Araba Siriana è altresì vero che anche individualità

nazionali o continentali europee hanno avuto un rilievo ed un peso a volte

decisivo nella nostra maturazione umana e politica. Attualmente possiamo

così

vantare rapporti di cameratismo, stima e rispetto reciproci, che vanno dall’

area vicino-orientale alla penisola iberica, dall’Irlanda alla Germania fino

alla Turchia ed ovviamente all’Italia che rimane il palcoscenico prioritario

della nostra azione politica limitata in questa fase esclusivamente ad una

attività scrittoria che ci porta via già sufficientemente spazio e tempo per

pensare ad altro (...ammesso e non concesso poi che effettivamente ci sia

qualcos’altro da pensare e soprattutto da ‘fare’ in termini politici vista

la

situazione di degrado ed il bassissimo livello raggiunti oramai dal

‘Politico’

nel nostro paese...).”

 

4) Da qualche tempo sei diventato un assiduo e prezioso collaboratore del

sito

Terra Santa Libera, informatissimo sul conflitto per la Palestina: questo

sito,

pur apprezzato da molti, è stato criticato dalla Commissione di vigilanza

istituita dal Parlamento e presieduta da Fiamma Nirenstein, esponente della

comunità ebraica e sionista militante: pensi che ci sia realmente pericolo

di

oscuramento per questo ed altri siti? E quali consideri possano essere i

modi

per salvaguardare la libertà di espressione?

 

“Ti ringrazio per questa quarta domanda che reputo, in  questo momento,

fondamentale: esiste ed è a mio avviso reale il pericolo di oscuramento di

una

serie di siti internet antagonisti rispetto al “politically correct”

attuale. 

Terrasantalibera.org (sito per il quale ho scritto numerosi articoli e verso

i

cui responsabili nutro profondi rapporti di amicizia cameratesca, stima e

rispetto) ha avuto il coraggio e l’autorevolezza di chiamare a raccolta

tutti

coloro i quali, a partire dalla metà di maggio, sono stati indicati dalla

Commissione di vigilanza parlamentare come possibili “target” di un’ondata

censoria, liberticida e inquisitoriale. I portali informatici nel mirino

della

Commissione presieduta dall’ultra-sionista onorevole Fiamma Nirenstein

(entrata

2 anni or sono in parlamento e preannunciando - durante tutta la campagna

elettorale sotto le liste di Alleanza Nazionale-PDL - che sarebbe andata a

Montecitorio per “fare gli interessi di Israele” ...e di fatto questo è

realmente ciò che questa nota attivista e fanatica anti-araba e anti-

islamica

sta portando avanti affiancando, o per esser più chiari, ‘controllando’

anche

l’operato del Ministro degli Esteri, on. Franco Frattini, il quale ha

abbassato

la politica estera italiana al livello di un defecatoio pro-israeliano) sono

una dozzina: da HolyWar alla stessa TerraSantaLibera, da InfoPal fino al

sito

dell’AAARGH (Associazione degli Anziani Amatori di Racconti di Guerra e di (H)

Olocausto) e a molti altri finiti nel mirino di questa novella Inquisizione (o

scure ebraica contro la libertà d’opinione) che rappresenta una sorta di forche

caudine per il pensiero politico non conformista. L’azione della Commissione di

vigilanza parlamentare mira infatti a colpire quei siti informatici che

propaganderebbero

“violenza razzista e antisemitismo”...ora è quantomeno ironico che nessuno

si

sia accorto dell’incongruenza di affidare la presidenza di siffatta

commissione

ad una isterica estremista ebrea, notoria per le sue posizioni ultra-

sioniste,

anti-arabe (quindi ...etimologicamente “anti-semite” essendo gli arabi di

origine etnico-razziale semiti) e anti-islamiche... In realtà l’obiettivo

malcelato della Nirenstein - e degli ambienti pro-sionisti che hanno

avallato

questa iniziativa oscurantista e liberticida –è quello nè più nè meno di

mettere un bavaglio, operare una censura preliminare ed ostacolare la

libertà

di pensiero sulla rete informatica per tutte quelle posizioni politiche,

ideologiche e culturali non allineate ai desiderata/diktat di Sion. E’

sintomatico che siano proprio questi ambienti, con il pretesto piuttosto

posticcio dell’ ”antisemitismo”, che vorrebbero imporre il silenzio a

testate

indipendenti e a quelle poche ultime voci libere, fuori dal coro belante

degli

“osanna in lode ad Israele”...

Per fortuna, dobbiamo dire, non siamo ancora alla “marcia trionfale” dell’

Aida

verdiana: i pro-sionisti nostrani stiano tranquilli che ad ogni azione

corrisponderà senz’altro un’altra azione più energica e di segno contrario

soprattutto ora che in gioco ci sono le libertà essenziali che dovrebbero

essere anche garantite dall’articolo 21 della Costituzione Italiana.  Per

quanto ci riguarda non possiamo che fare nostro l’appello lanciato da un

gruppo

di valenti studiosi e intellettuali, politicamente schierati su diverse

posizioni l’uno rispetto all’altro ma uniti dalla stessa decisa volontà di

resistere di fronte a questa “spada di Damocle” sionista; i quali hanno dato

vita ad un comitato di liberi cittadini raccoltosi attorno al sito www.

webnostrum.com al quale collaborano alcune delle firme più prestigiose del

panorama anticonformista italiano tra cui il giornalista Maurizio Blondet

(direttore di www.effedieffe.com) , la giornalista ed attivista pro-

palestinese

dr.ssa Angela Lano (direttrice di www.infopal.it) il canonico Francesco

Peggi

(direttore di www.terrasantalibera.org), il prof. Antonio Caracciolo

(responsabile e titolare del blog civiumlibertas.blogspost.com ) Vittorio

Caroselli (curatore del blog palestinanews.blogspot.com ), don Curzio

Nitoglia

(sacerdote tradizionalista cattolico e direttore del sito www.

doncurzionitoglia.

com ), il prof. Carlo Mattogno (storico e giornalista), Filippo Fortunato

Pilato (gestore e coordinatore del sito www.terrasantalibera.org ) vittima

peraltro recentemente di un tentativo di aggressione e altri autorevoli

esponenti del mondo della cultura contrari a questi bavagli che la “lobby”

pro-

Israele intenderebbe mettere al circuito informatico dopo quelli imposti a

livello di magistratura ( attraverso la famigerata e a tutti nota Legge

Mancino

o 122 bis)... Vedremo chi, alla fine, la ‘spunterà....se i “mandatari” e

portavoce del governo d’occupazione sionista nella colonia i’tal’yota oppure

gli uomini liberi che ancora hanno il coraggio di ribellarsi e opporsi con

gli

strumenti ed i mezzi legali ed in conformità con le leggi dello Stato

italiano. Personalmente non pensiamo proprio, nè ci vogliamo augurare, che

la

legge inizi e finisca laddove vorrebbe la “signora” Fiamma Nirenstein...

Sostenere gli amici di webnostrum.com e le iniziative dei diversi siti

“sotto

attacco” è dovere di chiunque intenda preservare la libertà d’opinione nel

nostro paese e il modo più efficace per salvaguardare un diritto sacrosanto

che è quello di manifestare il proprio dissenso e le proprie idee...”

 

5) Hai elaborato particolari teorie di risoluzione per raggiungere

l'indipendenza della Palestina?

 

 

“Il problema palestinese, come ben sai essendo una autorevole scrittrice ed

autrice di un ottimo saggio sulla questione palestinese, è una delle

questioni

tra le più spinose tra tutte quelle relative alla politica internazionale:

investe interessi intoccabili della finanza mondialista e investe e

influenza

la politica estera delle principali cancellerie europee, governando in modo

unilaterale le iniziative statunitensi  e andando inevitabilmente ad

intersecarsi con l’annosa questione rappresenata dall’”eterno problema

ebraico”

dal quale nasce la truffa ideologico-politica del movimento sionista, le sue

rivendicazioni anti-storiche e illegittime su di una presunta “terra senza

popolo per un popolo senza terra”, le sue aspirazioni millenaristico-

apocalittiche e le ‘visioni’ messianico-religiose che coniugano deliri di

onnipotenza di una nazione-razza autoproclamatasi “popolo eletto” con

esperimenti di eugenetica, xenofobia e discriminazioni  razziali (presenti

manifestamente all’interno della società israeliana) e tendenze bellicistico-

militariste che - unite al non certo relativo particolare rappresentato dall’

arsenale nucleare nelle mani dei sionisti e presente fin dalla fine degli

anni

Sessanta nel deserto del Neghev presso la base-complesso militare di Dimona

fanno di questa entità criminale il principale ostacolo ad una pacificazione

della regione geopolitico-strategica del Vicino Oriente e assieme il

principale

“vettore” di destabilizzazione terroristica per tutte le nazioni arabo-

musulmane della zona. Personalmente siamo totalmente d’accordo ed in linea

con

le dichiarazioni del Presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad e con le

traiettorie lucide e precise ‘disegnate’ contro il Sionismo dal fondatore

della

Repubblica Islamica dell’Iran, il compianto Imam Seyeed Ruhollah Musawi al

Khomeini (che Allah lo abbia in gloria), e del suo successore la Guida della

Rivoluzione Islamica – Grande Ayatollah Seyeed Ali’ al Khamine’i : “Israele”

è

un’entita’ criminale ed uno “stato” terrorista che occupa territori

strappati

militarmente e colonialisticamente ai palestinesi. “Israele” è

fondamentalmente un cancro ebraico inserito dalle vecchie potenze coloniali

europee (in particolare dalla Gran Bretagna) nel cuore della nazione arabo-

musulmana. “Israele” è, dulcis in fondo, destinato a perire in un bagno di

sangue....quest’entità criminale è arrivata, a nostro avviso, al capolinea

con la storia. Verrà un giorno in cui tutti i musulmani del mondo potranno

liberamente pregare alla Spianata delle Moschee ad al Qods (Gerusalemme) come

i

loro fratelli cristiani potranno liberamente recarsi in pellegrinaggio a

Betlemme e nelle altre località storiche che hanno contrassegnato la vita

terrena del Messia (la pace su di Lui). E’ scritto nei Testi Sacri: il regno

d’

iniquità e di menzogna per quanto duro e oppressivo potrà sembrare è

destinato ad essere sconfitto dalla Verità. Le tenebre, per quanto buio

potranno gettare, non riusciranno mai a vincere il Sole e la Luce! Noi

confidiamo nell’Onnipotente!” 

[Questo servizio è stato pubblicato sui giornali Italia Sociale, Caserta24ore, Rinascita (nella versione on line e locale "Rinascita Campania"] Introduzione e domande di



Antonella Ricciardi , Intervista del 31 luglio 2010