Seconda intervista ad Alessandra Mussolini

In questa intervista in esclusiva, Alessandra Mussolini, presente a Strasburgo per il suo ruolo nel Parlamento europeo, si esprime su alcune delle più significative questioni internazionali e nazionali. La sua testimonianza è particolarmente significativa, sia per il contenuto intrinseco, sia per l'intensa organizzazione data ad Azione Sociale proprio nel casertano dal suo dirigente Renato Carfora, il cui particolare impegno è volto recuperare persone deluse dal centrodestra, per indirizzarle in Alternativa Sociale: si tratta di un recupero quindi dal centrodestra, e non nel centrodestra. Naturalmente il riferimento è alla gente che si è sentita orfana dei valori che rispettano la classica formula "Dio, patria e famiglia", considerati calpestati in A.N.. Carfora evidenzia ciò anche dopo il non certo per lui apprezzabile voltafaccia di Gianfranco Fini sui referendum, parte di un più generale allineamento del leader alleanzino alla sinistra più becera ed al liberismo più sfrenato. A questo proposito, Carfora non ha potuto fare a meno di citare il famoso giornalista Marcello Veneziani, che ha recentemente dichiarato che Fini si è mangiato il cervello....


D.) Onorevole Mussolini, Libertà di Azione si è appena ridenominata "Azione Sociale con Alessandra Mussolini". Questo cambio indica anche dei rinnovamenti programmatici particolari nel suo partito e negli altri tre che formano la coalizione Alternativa Sociale?

R.) Sì, indica soprattutto una spinta maggiore sul lato sociale, che è la nostra priorità, è la priorità proprio del nostro movimento. Quindi, Azione Sociale dà ancora di più la denominazione del nostro impegno mirato su questo, sul disagio, sulla mancanza di offerte che sono state date ai cittadini: quindi credo che sia non soltanto un cambiamento formale, ma anche di contenuto.

D.) Passando alla politica estera, lei già quando era in Alleanza Nazionale si è sempre espressa contro le guerre di aggressione degli Stati Uniti d'America, sia riguardo gli attacchi nei Balcani sia riguardo all'Afghanistan sia riguardo all'Irak: quali sono le motivazioni più profonde che l'hanno spinta a ciò? Ed è favorevole al ritiro dei militari italiani dall'Irak?

R.) Sì, senta, io mi sono infatti sempre schierata contro, anche verso la missione italiana in Irak. Abbiamo visto quali sono state le conseguenze di guerra ed appoggio agli U.S.A. in Irak: c'è stata poi anche una diffusione del terrorismo internazionale. E c'è stata l'ultima vicenda, grave, drammatica, dell'uccisione di Nicola Calipari, dove addirittura gli Stati Uniti hanno detto che quasi quasi tutta la colpa era la nostra.

D.) Infatti la dichiarazione statunitense era a dir poco paradossale: come lo spiega?

R.) Ecco, appunto è stato a dir poco paradossale. Sono state dichiarazioni quasi personalmente offensive. Allora un conto è essere certamente alleati, per cui quindi bisogna avere il rispetto reciproco, e un altro conto è essere sudditi. Io credo che una giusta posizione sia quella del ritiro immediato.

D.) Sempre in politica estera, può spiegare e motivare la sua idea sulla vicenda palestinese?

R.) Ma, guardi, questo è un conflitto, è purtroppo una guerra che dura da tantissimi anni. Io ricordo che quando andai in Israele c'era già l'Intifada. Quindi non sono assolutamente favorevole al muro che gli israeliani stanno costruendo in Cisgiordania.


D.) Infatti il muro di Sharon è peraltro illegale; per quali aspetti in particolare pensa sia nefasto?

R.) Credo che il muro crei poi ulteriori odii, ulteriori tensioni. Il muro è stato poi definito illegittimo senza essersi sbilanciati verso alcuna delle due parti, palestinese ed israeliana. E' stata una decisione super partes: questo criterio obbiettivo, super partes, purtroppo non c'è quasi mai.

D.) Tornando all'Italia, lei ha affermato che Ciampi batta troppo sul tasto dell'antifascismo continuando ad alimentare divisioni, ed ha dichiarato che non può perdonare ciò che è stato fatto a suo nonno Benito Mussolini, in particolare lo scempio a Piazzale Loreto, e nello stesso tempo che si ha il diritto di non perdonare alcuni crimini, siano essi dovuti a forze di destra sia di sinistra. Per evitare però che divisioni così profonde nascano anche in futuro, cosa pensa sia possibile fare? Pensa possa essere utile e fattibile allearsi con formazioni diverse, anche di sinistra, in presenza di significative convergenze, pur mantenendo la propria identità?

R.) Sì, Ciampi batte sempre sul tasto dell'antifascismo, e certo non posso perdonare quello che è stato fatto a mio nonno. Un conto è quella che non può essere una memoria condivisa, un conto è la pacifica convivenza. Se si pensa che tutti dobbiamo avere un certo tipo di memoria, e che la mia debba essere uguale a quella di chi ha avuto un altro tipo di tragedia all'interno della famiglia, è chiaro che questo non può essere, però fermo restando che da qui in avanti bisogna costruire certamente un mondo di pace dove si possano fare anche battaglie comuni.

D.) C'è qualcosa di particolarmente specifico che propone sulla giustizia ed eventualmente su qualche altro tema non ancora messo adeguatamente in luce da parte giornalistica?

R.) Sicuramente non condivido il mandare via dalla prigione quello che ha stuprato quel bambino e lo ha ammazzato.

D.) Il caso di Silvestro Delle Cave e della scandalosa scarcerazione di uno dei pedofili?

R.) Sì. Quando c'è il pedofilo che violenta e ammazza un bambino, e si fa solamente sugli otto anni di carcere invece di farsi l'ergastolo con la chiave buttata, dico che questa è una vergogna. Quando si va in carcere per un reato soprattutto contro i minori e contro le donne, beh non è che la si possa passare liscia e farla franca: bisogna scontare tutta la pena. Ci sono i reati soprattutto a sfondo sessuale sui quali, anche per l'interesse della società, bisogna dare dei segnali di durezza: altrimenti veramente sia le donne ma anche i bambini non hanno difesa, non hanno un valore, e questo è molto grave. Quanto ad aspetti che vanno evidenziati di più nel programma, ribadisco che io soprattutto sul sociale mi trovo a mio agio, nei quartieri dove c'è disagio, perchè bisogna andare incontro a queste persone. A me l'ingiustizia non è mai piaciuta, e quindi operiamo in questo senso: certamente si lavora anche fuori dalla campagna elettorale. Queste sono le nostre iniziative, sono sempre a sfondo sociale: cioè non mi pongo mai il problema, ad esempio quando vado di fronte alla fabbrica della Fiat a protestare ed a stare accanto ai lavoratori, se la protesta sia di destra o di sinistra: è una protesta sociale e basta.



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[Questo articolo è stato pubblicato sul giornale il Quotidiano di Caserta]



Antonella Ricciardi , 19 maggio 2005