Intervista a Sammi Alaà

Sammi Alaa, portavoce dell'Alleanza Patriottica Irakena

In questa intervista, pubblicata in esclusiva sul Quotidiano di Caserta, parla Sammi Alaà, esponente e portavoce dell'Alleanza Patriottica Irakena, movimento di opposizione e di Resistenza all'attuale regime irakeno ed all'occupazione anglo-americana. Il gruppo di Sammi Alaà è laico, patriottico e socialista, ed è stato fondato nel 1992 da diversi esuli irakeni in Svezia: raccoglie fuoriusciti dal Partito Comunista Irakeno, (che è stato valutato essere troppo disponibile con gli americani da molti suoi stessi membri), socialisti, e soprattutto esponenti del partito Baath, in dissenso però da molti anni con Saddam Hussein, che era a capo del partito in Iraq. Leaders dell'Alleanza Patriottica Irakena sono Awnj Al-Kalemji e Jabbar Al Kubaysi: quest'ultimo è detenuto illegalmente dal governo statunitense. In tutta questa intervista, svoltasi in inglese durante un collegamento telefonico con la Puglia, dove Sammi Alaà stava presentando il programma del suo movimento, viene evidenziato il grave problema della manipolazione dell'informazione riguardo ciò che sta accadendo in Iraq, specie a proposito dei rapporti ambigui tra l'ex ambasciatore americano a Baghdad Negroponte ed il guerrigliero Al Zarqawi, a parole super ricercato dagli stessi americani. Tutto ciò, per Sammi Alaà, non può che danneggiare ingiustamente il movimento d'opposizione irakeno. Viene evidenziato inoltre quanto sia bugiarda la propaganda che presenta gli irakeni felici della presenza americana, quando la verità è esattamente all'opposto, oltre che l'usare come scuse le presenze di Al Zarqawi in Iraq e di Bin Laden in Afghanistan, ancora da parte degli statunitensi, per motivare la propria occupazione in quelle terre. Tutto ciò quando strani ed assidui rapporti sono intercorsi ed intercorrono proprio tra gli U.S.A. da una parte e Al Zarqawi e Bin Laden dall'altra.... Il prossimo appuntamento del tour in Italia di Sammi Alaà è a Napoli venerdì 24 giugno, nella Casa del popolo di Ponticelli in via Prota Giurleo 199 [l'incontro venne poi spostato a via Franciosa, all'ultimo momento]. L'incontro è promosso dagli italiani del Campo Antiimperialista, organizzazione di sinistra alternativa, che cura il sito Iraq Libero, sul quale si possono trovare ulteriori informazioni, anche sull’incontro. Per chi poi volesse conoscere meglio il Campo Antiimperialista (organizzazione internazionale divisa in sezioni nazionali, tra cui appunto quella italiana), si può consultare il sito Campo Antiimperialista, con testi in italiano ed in diverse altre lingue.



D.) Pensa che ci siano attacchi, attribuiti a combattenti irakeni, che siano invece probabilmente opera di uomini di John Negroponte, considerando anche il suo ruolo accertato in America Latina, e precisamente in Nicaragua ed Honduras?

R.) Sì, vede, il precedente ambasciatore americano John Negroponte è protagonista nella storia di sangue dello spionaggio in America Latina. Nello stesso modo uccide i civili irakeni, è parte di una strategia per demonizzare e screditare la Resistenza irakena attraverso attacchi che hanno come obiettivo solo i civili. Questa strategia è molto organizzata e molto sistematica, perchè, vede, un giorno attaccano moschee sciite, un giorno attaccano moschee sunnite. L'obbiettivo di questa strategia è impedire ed interrompere il sostegno internazionale alla Resistenza irakena.


D.) Ciò vale anche per gli attacchi alle chiese?

R.) Sì, sì, anche per gli attacchi alle chiese. La Resistenza irakena non ha interesse a colpire i civili irakeni, che siano cristiani o sunniti o sciiti. Noi viviamo insieme da tanti anni, ormai. Non c'è più alcun conflitto etnico e religioso nella storia irakena....

Sammi Alaà (al centro) il 24 giugno 2005 a Ponticelli (Napoli)

D.) Quali sono i più importanti obbiettivi raggiunti dalla Resistenza irakena finora, e quali quelli ancora da raggiungere?

R.) Sì, il più importante obbiettivo per la Resistenza irakena è che essi riescano ad interrompere le strategie dell'occupazione americana. Per esempio, sono riusciti a fermare lo stabilimento di strumenti irakeni [di collaborazionismo con gli U.S.A., n.d.r]; per strumenti irakeni intendo la polizia e il nuovo esercito irakeno. I combattenti irakeni li contrastano per impedire l'occupazione. Questo esercito [del nuovo governo irakeno dominato da Washington, n.d.r.] non è importante, ha poco valore, non ha funzioni e non è abbastanza forte per impedire e per proteggere le truppe occupanti. Il successivo obbiettivo sono le basi militari, la Resistenza irakena è riuscita ad attaccare queste basi militari ogni giorno, e le basi militari sono diventate insicure per l'occupazione americana. Il deserto è molto importante per il petrolio irakeno, e la resistenza irakena è riuscita ad attaccare l'esportazione di petrolio. Ciò perchè il petrolio irakeno non diventi uno strumento per finanziare l'occupazione. Fino ad oggi l'occupazione è costata circa trecento miliardi di dollari solo dal governo americano.


D.) Può indicare la percentuale di popolazione irakena che sostenga la Resistenza, da un punto di vista numerico?

R.) Sì, vede, le darò un esempio perchè io non ho alcun controllo sulla popolazione irakena in Iraq, per poter fare questa stima. L'esempio riguarda la gente e le elezioni del 30 gennaio di quest'anno. La partecipazione a queste elezioni, a dispetto delle manipolazioni, è stata circa tra il 30% e il 35% della popolazione irakena. Quando si parla della resistenza irakena, vede, il supporto è molto grande, ed è molto sociale e politico, da tutti i gruppi nell'Iraq.

Il saudita Osama Bin Laden

D.) Secondo la sua idea, perchè il proclamato passaggio dei poteri in Iraq non è stato valido e la Resistenza quindi deve andare avanti?

R.) Vede, non c'è nessun cambio dei poteri in Iraq da constatare. Il governo irakeno è ancora controllato dal potere occupante, e l'occupazione americana controlla il processo politico ed economico del Paese. Per esempio, nessun irakeno gestisce l'esportazione del petrolio irakeno: la controllano solo gli americani. Anche le operazioni militari in Iraq sono controllate soltanto dalle truppe americane. Il governo irakeno non può decidere che non vuole operazioni militari: per esempio adesso c'è una grossa operazione militare a Baghdad.... Questa operazione è decisa soltanto dall'occupazione americana, il che significa che le decisioni militari in Irak non sono nelle mani del governo irakeno.


D.) Che pensa dell'argomento molto cruciale dei rapporti tra Al Zarqawi e Negroponte?

R.) Sì, questa è una domanda molto importante. Vede, noi non siamo stupiti del precedente ambasciatore John Negroponte, che ha una storia di sangue in America Latina: in Nicaragua, in Honduras, in Bolivia, in Salvador. Per noi non è strano che egli voglia ripetere la storia in Iraq. Ci sono molti gruppi mercenari in Iraq: circa 58.000 mercenari. Queste persone, sa, non costruiscono scuole, ospedali, per il popolo irakeno, ma hanno un'altra missione specifica in Iraq.... Basti pensare ad esempio alla storia di Al Zarqawi, che è parte di questo discredito e demonizzazione per la Resistenza irakena, in due modi: in uno, attaccano i civili irakeni con le esplosioni, e ne attribuiscono la responsabilità alla Resistenza irakena, nell'altro essi tentano di delegittimare la Resistenza irakena, per esempio, il gruppo di Al Zarqawi rivendica azioni contro truppe e basi americane in Iraq, che in realtà sono effettuate dalla Resistenza irakena. Nell'opinione pubblica americana, essi vogliono creare un collegamento tra Al Zarqawi e l'occupazione in Iraq. Lo stesso collegamento tra l'occupazione dell'Afghanistan e Bin Laden. Essi dicono: "Noi siamo in Afghanistan per catturare o uccidere Bin Laden", e allo stesso modo "Noi siamo in Iraq per catturare o uccidere Al Zarqawi": questo per l'opinione pubblica americana. Per l'opinione irakena essi vogliono dire alla gente che il popolo irakeno è felice e che esso dà il benvenuto all'occupazione americana e che chi fa la Resistenza irakena è il gruppo di Al Zarqawi, che è venuto dall'esterno dell'Iraq.


D.) Sì, infatti Al Zarqawi non è irakeno, viene dalla Giordania...

R.) Appunto....

Abu Musab Al Zarqawi



Leggi anche:
Intervista a Leonardo Mazzei
Intervista a Massimo Amore
Intervista a Margherita Calderazzi
L'immarcescibile Negroponte


[Questo articolo è stato pubblicato sui seguenti giornali: il Quotidiano di Caserta, Avanguardia, Rinascita, Orion, L'Altra Voce, Caserta24ore, Deasport, Ciaoeuropa] Intervista e traduzione dall’inglese di



Antonella Ricciardi , 21 giugno 2005